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Cape Fear: il film più cupo di Scorsese

di Lorenzo Di Lauro

Uno dei binomi più celebri della storia del cinema è quello tra Robert De Niro e Martin Scorsese, che ha dato vita fino a ora a dieci collaborazioni dal 1973 a oggi. L’ultima è quella in Killers of the Flower Moon, previsto in uscita per il prossimo autunno. I due hanno più volte affrontato temi legati alla colpa, al peccato, al crimine, regalando pellicole iconiche nella storia della settima arte, come Taxi Driver e Quei bravi ragazzi.

Una delle loro collaborazioni meno ricordate, ma non per questo meno efficace, è quella in Cape Fear, remake di un grande classico del thriller come Il promontorio della paura di J. Lee Thompson e ispirato al romanzo The esecutioners di John MacDonald. In questo film De Niro veste i panni di Max Cady, un ex galeotto che, scontati quattordici anni di galera, invece di godersi la rinnovata libertà inizia a tormentare l’avvocato Sam Bowden (interpretato da Nick Nolte), secondo lui reo di non averlo difeso come avrebbe dovuto al processo. Abile, spietato e inflessibile, Cady dimostra nel film un’astuzia fuori dal comune che gli permette di avere sempre una marcia in più su Bowden e la famiglia, che comincia sempre di più a sentirsi messa alle strette. Non si fa scrupoli nel portare avanti la sua vendetta, costruita sulla violenza, dimostrando come il carcere in questo caso non abbia aiutato la sua redenzione, ma abbia inasprito il suo animo. Personaggio fortemente religioso, punta sull’umiliazione completa dell’avversario, che pur divenendo vittima assieme alla moglie e alla figlia delle sue reiterate molestie, non può di certo essere considerato uno stinco di santo.

Robert De Niro interpreta l’ex galeotto Max Cady

Ancora una volta Scorsese costruisce una storia dominata dal male, dove non vi è spazio per i buoni, ma per i cattivi e i meno cattivi. Può contare sull’ausilio di un cast d’eccezione: oltre allo stratosferico De Niro e a Nolte, Jessica Lange e la giovane Juliette Lewis nei panni della moglie e della figlia di Bowden regalano due convincenti performance, riuscendo a rendere al meglio le scene di maggiore terrore. Si segnalano anche le piccole parti di tre tra gli attori protagonisti del film originale di J. Lee Thompson: Robert Mitchum, Gregory Peck e Robert Balsam, tre autentici pilastri della Hollywood degli anni d’oro, tutti alle prese con uno degli ultimi lavori nel mondo del cinema.

La giovane Juliette Lewis nei panni della figlia dell’avvocato Bowden

Il film doveva essere originariamente diretto da Steven Spielberg, che rifiutò ritenendolo troppo violento per i suoi standard: il timone fu dunque preso da Scorsese, che pur avendo già raccontato storie di omicidi e criminalità, non si era ancora cimentato (e mai più lo farà) con una pellicola così cupa. De Niro, che pagò di tasca sua il dentista che gli limò i denti per poi ripristinarli, ricevette il plauso della critica per l’interpretazione, ma sia agli Oscar che ai Golden Globes fu battuto dallo strepitoso Anthony Hopkins ne Il silenzio degli innocenti. Il film fu un ottimo successo anche al botteghino, pur non essendo ricordato come una delle collaborazioni più famose tra De Niro e Scorsese. I due infatti saranno sempre ricordati nell’immaginario collettivo principalmente per aver segnato in modo indelebile il ganster movie e aver raccontato soprattutto storie ambientate a Little Italy, che hanno offerto un ritratto alternativo della New York dello State Empire Building e della Statua della Libertà.

Eppure Cape Fear resta a distanza di anni un grande classico del cinema dei primi anni Novanta, con interpretazioni sontuose e un senso dell’angoscia che accompagna gli spettatori a ogni nuova visione della pellicola.