Approdi

Giancarlo Barzagli e i racconti della Linea Verde

©Giancarlo Barzagli


di Roberta Giannì

All’inizio era solo un gioco. Quei boschi, gli alberi storti, il tappeto di foglie cadute, il silenzio che avvolgeva ogni cosa. Barzagli non si curava troppo di tutto quello che lo circondava, pensava solo a costruire il suo fortino personale in quell’enorme buca che solo da adulto avrebbe riconosciuto essere il vuoto lasciato da un’esplosione. La sua casa di Razzuolo, nell’Alto Mugello, in provincia di Firenze, è vicina a quei boschi, teatro della Resistenza dei partigiani della 36° Brigata Bianconcini Garibaldi, i quali si erano scontrati coi nazisti, tentando in tutti i modi di proteggere il loro ultimo avamposto, la Linea Gotica. Era l’estate del ’44.

©Giancarlo Barzagli

Col tempo, Barzagli inizia a comprendere il significato degli oggetti metallici nascosti tra le foglie, dei crateri sparsi qua e là per terra; sono i boschi di sempre, diversi sono gli occhi con cui vengono osservati, più attentamente, nel dettaglio. Poi, l’incontro significativo con Bruno Gurioli, partigiano di Razzuolo. “Bruno non poteva più guidare, così presi ad accompagnarlo alle ricorrenze legate alla Resistenza, sui monti” racconta Barzagli. “Scoprii qualcosa di abbastanza triste: non solo erano tutti anziani a queste feste, ma ogni anno erano sempre meno, c’era un senso di fine della storia. Presi coscienza che la memoria stava finendo. Da lì decisi di cercare un modo per rendere attuale la storia […], capii che per farlo dovevo entrare nella Resistenza di lato, senza preconcetti storici, partendo dalla mia infanzia”. Ed è dalla sua infanzia che ha inizio il progetto di Grüne Linie.

Grüne Linie (Linea Verde), appellativo con cui i tedeschi si riferivano alla Linea Gotica, punta alla memoria, alla rinascita, al ricordo, una linea che unisce alla storia le testimonianze di chi ha combattuto per la libertà, in quei boschi che Barzagli ha ripercorso insieme alla sua macchina fotografica , lo scatto dell’otturatore l’unico rumore rimasto nel silenzio, dopo le grida e gli spari tra gli alberi.  Negli scatti è il verde che predomina: è il verde della natura e dei boschi, e sa di coraggio, di paura, di rivalsa e di resistenza. L’occhio di Barzagli individua quei dettagli che rimandano al conflitto, emerge l’incontro perfetto tra la purezza della natura e la presenza umana che si tinge del nero delle bombe e dei proiettili, che si accuccia nella fredda pietra delle grotte e nei vuoti  nel terreno lasciati dalle esplosioni, che si muove come un’ombra tra i ruderi di vecchie case. Gli alberi tra i soggetti più presenti, muti spettatori della violenza umana, alcuni di loro anziani come quei partigiani sopravvissuti che ancora oggi si recano da loro in commemorazione. Nella raccolta di Grüne Linie agli scatti di Barzagli si uniscono documenti fotografici, storie di uomini che per non morire hanno rischiato tutto, volti in bianco e nero di giovani combattenti, spesso anche in momenti di semplice relax trascorsi coi contadini o gli sfollati di paesi limitrofi.

Si affianca poi il racconto dello scrittore Giovanni Cattabriga, in arte Wu Ming 2, che conosce molto bene quelle zone della Linea Verde:

[…] nel cuore della Linea Gotica, là dove la guerra infuriava con più ferocia, la 36° riuscì a ricostruire un territorio autonomo, ispirato ai principi di libertà  e giustizia.”

Con i suoi scatti nel presente, Barzagli ha raccontato il passato. Grüne Linie non è solo il connubio tra parole e immagini, è una vera e propria immersione nelle acque del passato: con i suoi sei itinerari escursionistici, rappresenta un invito a ripercorrere i sentieri della Resistenza, trasformando chiunque vi si avventuri nel testimone diretto della Storia e delle tracce che vi ha lasciato.

Grüne Linie è una raccolta di memorie pubblicata grazie ad una campagna di crowfunding sulla piattaforma di Eppela ed è acquistabile sul sito personale dell’autore cliccando il link in basso:
https://www.giancarlobarzagli.com/

©Giancarlo Barzagli