Clinamen: incontro con Avio Focolari

Lorenzo Di Lauro

Questo mese abbiamo il piacere di ospitare sulle nostre pagine Avio Focolari, attore teatrale, paroliere, chitarrista. È divenuto celebre negli ultimi mesi per la sua partecipazione ad Italia’s Got Talent, dove si è distinto per il suo fischio unico che ha impressionato tutti. Attualmente è impegnato in una serie di progetti differenti, mentre i suoi video hanno fatto il giro delle principali piattaforme social, da TikTok a YouTube.

Come è nata la passione per il fischio che ha impressionato tutti ad Italia’s Got Talent?

Si tratta di una passione che ho portato avanti per tantissimo tempo, ottenendo anche una discreta fama: forse è possibile recuperare qualche filmato di repertorio attraverso YouTube. Mi sono trovato in giro per il mondo a diffondere il mio talento, e ho partecipato a vari eventi, anche legati al cinema. Poi una ventina di anni fa ho deciso di metterlo da parte e mi sono dedicato alla mia passione principale, che è la scrittura: o che si tratti di teatro o che si tratti di musica ho sempre scritto, e devo dire che questo periodo di clausura è stato estremamente fruttifero.

La sua partecipazione al talent di Sky ha fatto il giro del web. Ci racconti un po’ di quest’esperienza…

IGT mi ha cercato, e in un primo momento ero restio all’idea. Non amo particolarmente i talent e temevo di apparire come un fenomeno da baraccone: invece ho ricevuto complimenti bellissimi, spontanei. E’ stata un’emozione: sono abituato ed esibirmi di fronte ad un pubblico, ma quando ricevi complimenti sinceri è tutta un’altra storia. In un primo momento ho portato le celebri musiche di Ennio Morricone per i film di Sergio Leone, a me ben note avendole fatte varie volte in passato. Quando mi sono esibito per il bis ho portato la Ciarda di Monti: l’ho interrotta quando ho sentito Federica Pellegrini dire che aveva la pelle d’oca. Ed è stato un tripudio grazie anche ai social: ignoravo persino l’esistenza di TikTok, ma mi hanno detto che ho ottenuto milioni di visualizzazioni. E lo stesso è avvenuto con i video su YouTube. Devo ammettere che i social oggi hanno un impatto devastante.

Lei nasce come attore teatrale: cos’è il teatro per lei?

Essenzialmente ancora oggi la mia prima attività alla quale non riesco a fare a meno. Il teatro è passione, vita: quello dell’attore è un mestiere dai compensi non elevati (a parte poche eccezioni) ma dalle grandissime soddisfazioni personali. Io ormai sono da tempo un primo attore, quindi conosco bene ogni singola figura in questo mondo. E, come detto, mi piace scrivere: quest’estate andranno in scena due nuovi lavori: il primo si terrà nel teatro di Michele La Ginestra, un collega che stimo enormemente. Il secondo invece l’ho scritto io: si intitola Se son rose, nun so margherite. In questa storia protagonisti sono tre barboni che vivono sotto un ponte nella periferia romana e sono talmente scollegati dalla realtà che li circonda da ignorare che esiste il Covid. Difatti quando vedono degli infermieri bardati pensano che siano sbarcati gli alieni.

E, oltre ai progetti teatrali, cosa le riserverà il futuro?

Devo dire che è un periodo molto pieno, e se non fosse stato per la pandemia sicuramente avrei lavorato molto di più. Dopo la mia performance a IGT in tantissimi mi hanno chiesto delle collaborazioni: di recente ho registrato un’intervista per la Rai e altre per radio locali. Ancora non sappiamo come sarà il futuro, ma per la stagione estiva sicuramente il lavoro non sta mancando. Nel frattempo continuo a scrivere le mie canzoni e ho cominciato a scoprire il mondo dei social con i miei tanti estimatori.