Lo scenario

Spillover

Qual è il ruolo degli esseri umani nella nascita delle pandemie?

Lucia Vitale

Il termine inglese spillover non ci avrebbe detto nulla in un’era senza Covid. Questo perché è un termine scientifico ma, dal momento che la pandemia ci ha reso un po’ tutti dei piccoli epidemiologi, è entrato a far parte del nostro vocabolario o comunque è una parola che potrebbe suonare familiare.

Per chi non ne avesse proprio idea, ‘spillover’ è un termine inglese che, in epidemiologia, viene impiegato per indicare il trasferimento o salto di un agente patogeno da una specie all’altra. Nel caso in cui questo salto si verifichi dalla specie animale alla specie umana si parla di zoonosi.

Le malattie infettive trasmesse all’uomo dagli animali non sono così rare. Al contrario, gli esperti asseriscono che questo salto interspecifico, ossia tra specie differenti tra loro, avviene molto più spesso di quanto crediamo. Anzi, secondo le statistiche, si è verificato nel 60% circa delle malattie infettive dell’uomo ad oggi note (Ebola, aids, influenza spagnola…). Inoltre, sembrerebbe che ci siano circa 320.000 virus sconosciuti che colpiscono i mammiferi e che potrebbero essere responsabili di future pandemie.  

A questo punto, è importante specificare che non è colpa degli animali se si diffondono queste infezioni né tantomeno può essere incriminato un solo Paese nel mondo. In merito all’attuale pandemia, chiudere i mercati di Wuhan non basterebbe ad arginare il problema. Questo perché il Coronavirus è la conseguenza di una problematica più ampia che si pone in correlazione con molteplici aspetti del reale. Questa infezione è il risultato di un modello di sviluppo insostenibile che ha sconvolto gli ecosistemi della natura. Sarò più chiara: questo virus non ci è capitato per caso, ma è un riflesso delle azioni umane. Col tempo gli esseri umani si sono espansi all’interno di ecosistemi che hanno conseguentemente distrutto, entrando in contatto con le popolazioni animali. Riducendo, dunque, l’habitat delle varie specie animali aumenta il rischio di zoonosi.

Alcuni esperti ci hanno già avvertiti anni fa riguardo la diffusione di una nuova pandemia che avrebbe provocato una crisi mondiale. E non si tratta di veggenza. Il giornalista scientifico David Quammen, celebre per i suoi reportage pubblicati dalla rivista “National Geographic”, ne parla nel suo libro intitolato Spillover pubblicato nel 2012. Dopo essersi confrontato con diversi ricercatori, egli individua tutti i fattori che incrementano la diffusione delle pandemie oggi: dalla crescita demografica all’affollamento delle città, dalla violazione degli habitat naturali agli allevamenti intensivi.

Ed ecco che ricercare semplicemente il capo espiatorio della pandemia che stiamo vivendo oggi, non ci aiuterà a prevenire quelle future. Al contrario, l’attuale crisi mondiale dovrebbe spronarci ad attuare un reale cambiamento, un cambiamento che deve riguardarci tutti. Su scala micro, potremmo contribuire ponderando i nostri acquisti e gli spostamenti; ad esempio, privilegiando l’acquisto di prodotti locali ed evitando di salire a bordo di aerei quando si è ammalati. Su scala macro, andrebbero riconcepiti i modelli di produzione, a sfavore, ad esempio, delle monoculture di soia nella foresta amazzonica, e le legislature mondiali che supportino un modello di sviluppo più sostenibile.

Guarda il video di “Le Monde” Perché gli esseri umani sono responsabili delle pandemie” tradotto da “Internazionale”.