35 millimetri

The Northman: tra Shakespeare e i vichinghi

di Alfonso Martino

Il 1° aprile abbiamo avuto la fortuna di poter guardare in anteprima al cinema Troisi di Roma The Northman, il nuovo film di Robert Eggers, regista e sceneggiatore inglese autore di due instant classic come The Vvitch, con cui ha lanciato Anya Taylor Joy e soprattutto The Lighthouse.

All’anteprima erano presenti il regista, l’attore protagonista Alexander Skarsgard e Willem Dafoe, i quali hanno parlato delle credenze che animavano gli uomini del passato, delle difficoltà nel girare determinate scene e di una componente mistica che rende questa storia di vendetta vicina alla cultura vichinga.

Il regista immerge fin da subito lo spettatore nell’Islanda del X secolo, esaltando i colori freddi dell’ambientazione, con un sonoro che fa percepire il ritorno a casa di re Aurvandil (Ethan Hawke) e la gioia provata dal piccolo Amhlet, che lo segue insieme alla macchina da presa.

Amhlet prima di essere trattato dalla tragedia shakespeariana faceva parte dell’immaginario scandinavo; Eggers riprende quest’immaginario con sequenze che fanno parte della cultura vichinga, come quella che vede padre e figlio andare da Heimir (Dafoe), figura mistica che darà al giovane il potere del bearwolf, con il regista che si concentra sui primi piani dei tre per rimarcare lo spazio stretto della grotta in cui avviene il rito, movimenti di camera rapidi e il fuoco come unico elemento di luce.

Come nell’omonimo shakespeariano, anche qui il nostro dovrà vendicare il padre ucciso per mano dello zio Fjolnir e salvare sua madre. La scena in cui il giovane Amhlet scappa dagli uomini dello zio è magnifica, con un lungo piano sequenza che inizia dalla grotta in cui avviene il rito fino alla spiaggia dove si trova la barca a remi che permetterà la fuga.

Da adulto, il protagonista diventa un uomo senza pietà, che nasconde la sua identità e il suo dolore razziando popoli vicini insieme ad altri vichinghi, fino a quando non arriva la profetessa interpretata da Bjork che gli ricorda il destino datogli dalle Norme, in un crescendo che porterà Amhlet a scontrarsi non solo con lo zio ormai in disgrazia, ma con verità a lui sconosciute.